venerdì 11 marzo 2011

turbogolfer's stuff

questo è il primo disco a nome al turbogolfer.



Hard Working Mate! (from the album 'al turbogolfer') by Alberto N. A Turra Phil Galvano (from the album 'al turbogolfer') by Alberto N. A. Turra






con questo nome abbiamo suonato anche certo radical funk con sean martin soltanto in numerosi live per ora mai pubblicati, come da video a seguire





e nonostante la mia dolorosa assenza in questa occasione




questo è un bellissimo documentario sulla street art di sara tajariol (collaboratrice e moglie di sean)
nel quale parte delle musiche (tra l'altro i miei 'otto haiku sulla morte'...dovrei postare qualcosa interamente dedicato a loro) e delle immagini riguardano turbogolfers:


The Supersnatchers - teaser trailer from sara tajariol on Vimeo.





eccoci con filippo timi durante un concerto in tributo a demetrio




a seguire il secondo disco a nome turbogolfer sextet per la colonna sonora del film 'storie del fiume sacro' di giorgio carella e paolo cognetti, intitolato 'lamentazioni per la piave'


prima lamentazione (from the album 'lamentazioni per la piave') by Alberto N. A. Turra

le belle note di copertina del maestro Giovanni Venosta:
Il piave non mormora più, da oggi canta.

La musica che Alberto Turra ha scritto per il bel documentario di Giorgio Carella e Paolo Cognetti ha il pregio immediato di farsi riconoscere per una certa riluttanza ad appartenere strettamente al mondo della colonna sonora "tradizionale" italiana.
Di quest'ultima mantiene un sapiente contatto con il tipico lirismo della nostra scuola musicale, ma la scelta timbrica e ritmica la colloca a pieno merito nel mondo "moderno" di certi interpreti/compositori d'oltreoceano come John Zorn, David Torn, Bill Frisell o Gustavo Santaolalla, giusto per fare dei nomi.
Il tema principale è essenziale, intenso e intelleggibile, con un lieve retrogusto popolare e con la dolenza tipica dei film sulla memoria: sembra voglia evocare la forza e la trasparenza di un ricordo nitido.
Il timbro della chitarra elettrica con Pig-nose (piccolo amplificatore a batterie, oggetto mitico della tradizione blues), suonata dal vivo in solitaria in cammino sul fiume oppure accolta in sestetto nelle sessioni registrate in studio (in quest'occasione la chitarra è baritono), definisce l'incedere del fiume, spumeggiante  e minaccioso quando scorre nelle sue anse più strette, oppure placido e più rassicurante nei sui slarghi.
Nel corso del film, attraverso momenti di visibile, appagante e -mi si perdoni l'ossimoro- fecondo onanismo improvvisativo, Alberto costruisce e sviluppa la colonna sonora come se si creasse da se, ispirandosi a quello che poco per volta il fiume gli sta svelando.
Quindi, con l'aiuto di tromba, flicorno, archi, contrabbasso e batteria, scandisce musicalmente la storia del (dio) Piave e di coloro che ad esso si sono relazionati nel corso del tempo: una storia fatta di vita spesso faticosa, di morti, di stragi, di lotta feroce, di solitudine, di mistero e di imperscrutabilità, ma anche costellata di straordinari momenti lieti.
La  qualità e la versatilità dei musicisti, unite ad una ripresa sonora sobria e "materica", risultano oltremodo determinanti alla riuscita di una musica che "accompagna" le immagini con coerenza e passionalità, ma che riesce anche a brillare di luce propria.

ecco un'estratto del film/disco

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