"continua la stagione musicale del teatro binario 7 di monza
sesto appuntamento dedicato al trio che, come gli antichi trovatori, ha trovato nella madre terra il vero motivo della propria musica.
alberto turra alle chitarre, davide tedesco al contrabbasso, alberto pederneschi alla batteria
presentano il disco Sacred Ground, un album interamente dedicato al pianeta.
selvagge improvvisazioni, canti arcaici, tenui melodie, jazz, balcan music, avangarde e musica sacra
in un concerto assolutamente da non perdere per ricordare che questo pianeta è tutto ciò che abbiamo."
dal dicembre 2010 scrivo musica per dev.
dev è questo signore.
è indiano, vive a londra, balla come un dio (più frequentemente per la shobana jeyasingh dance company) e pensa la danza altrettanto bene ma da meno tempo.
il suo debutto alla coreografia è avvenuto il 25 gennaio scorso con un passo a due intitolato Arranged marriage (insieme quindi all'eccellente Fukiko Takase) all'interno della rassegna Resolution! del teatro The Place, a Londra.
le mie musiche lo hanno accompagnato.
la cosa, grazie a dio, si ripeterà in luglio in data e luogo da destinarsi.
presto in arrivo il video, qualche soundcloud(s) e foto di questa esperienza.
stiamo intanto scrivendo il nuovo lavoro di cui non anticiperò niente tranne che tratterà della sua città natale, Ayodhya.
dovremmo quindi poter contare sul sostegno di Rama, settimo avatar di Vishnu.
il 25 gennaio scorso sembrava preso bene.
durante l'autunno del 2009 le circostanze hanno fatto sì che mi trovassi coinvolto come solista, al fianco dei compagni davide tedesco al contrabbasso e marco cavani alla batteria, nella colonna sonora del film di silvio soldini 'cosa voglio di più'.
più che mai onorato durante l'anteprima mi sorprendo (...) a considerare la mia chitarra (e la musica tutta di giovanni) quanto mai pertinente nell'accompagnare una storia di adulterio.
il trailer:
I trovatori sono l’ultima stirpe di musicisti/poeti che l’Europa ricorda in quanto mistici dediti in principio (in epoca pagana) al culto della madre terra poi modificatosi nel culto della madre santa (in epoca cristiana) e poi ancora nel culto dell’amor cortese. In questa epoca la madre terra reclama (ri-chiama) la nostra attenzione. International Troubadours è un open duo (Alberto N.A. Turra e Davide Tedesco) ed ha all’attivo un disco intitolato ‘Perché il vento non tace’ con la partecipazione alla voce di Sarah Demagistri. Il secondo disco intitolato ‘Sacred Ground’ vede la partecipazione alla batteria di Alberto Pederneschi. Il suono del trio cerca la sua ispirazione in realtà come Masada string trio, Bill Frisell trio, l'Experience di Hendrix, Charming Hostess e Cosa Brava di Fred Frith. Jazz_core con nuances balkan funk.
questo il disco con Sarah "perchè il vento non tace" composto, registrato e prodotto in occasione della produzione teatrale 'la ballata dei suicidi' di corrado accordino :
questo il c.s. (tipo):
"partendo dai presupposti drammaturgici propostici da corrado ci è sembrato che l'operazione più urgente fosse quella di dichiarare l'incosistenza della realtà intesa come oggettività.
istintivamente, quindi, abbiamo escluso la possibilità che la voce cantata disponesse di parole.
eliminata la parola dalle melodie, prima fonte di fraitendimento
fra gli uomini, siamo stati liberi di metterci in ascolto degli archetipi musicali possibili: dovevamo essere la voce a volte dolorosa, a volte distaccata, altre volte di rimpianto, di anime/non_più_corpi (non angeli ma uomini suicidati) con un conto in sospeso col mondo dei vivi.
la musica sacra di ogni epoca ha tentato il movimento inverso, una comunicazione di direzione inversa a quella che è stata chiesta a noi: il tentativo è sempre stato quello di avvicinare l'uomo alle anime dell'aldilà (tribalismo e sciamanesimo di ogni area geografica e cultura, il folklore balcanico, voodoo, santeria), alle sfere celesti (musica sacra dell'Islam, del Tibet, Indu), a Dio (dal canto gregoriano in poi).
al contrario noi abbiamo tentato di immaginare e di farci tramite di quella musica che potesse invece partire da quelle sfere per raggiungere i vivi.
il risultato che abbiamo ottenuto è una sincrèsi della rappresentazione che noi tre abbiamo dei riferimenti e dei procedimenti sopra citati."
ciò detto il 9 aprile 2011 presentiamo il secondo disco intitolato Sacred Ground al teatro binario 7 di monza.
questo live nel dettaglio è stato l'opening act di terra_percorsi di musica sostenibile, la stagione musicale del teatro binario 7 che da quest'anno mi trovo a dirigere.
al secolo Sarah Demagistri
si accompagna a tremebondi personaggi quali William Nicastro (già reezophonic e kabikoff), me e Tato Vastola (già fratelli calafuria e kaoslord) al fine di portare a compimento il suo primo album solista, di davvero prossima fattura.
ecco alcuni contributi video più o meno ufficiali:
con questo nome abbiamo suonato anche certo radical funk con sean martin soltanto in numerosi live per ora mai pubblicati, come da video a seguire
e nonostante la mia dolorosa assenza in questa occasione
questo è un bellissimo documentario sulla street art di sara tajariol (collaboratrice e moglie di sean)
nel quale parte delle musiche (tra l'altro i miei 'otto haiku sulla morte'...dovrei postare qualcosa interamente dedicato a loro) e delle immagini riguardano turbogolfers:
eccoci con filippo timi durante un concerto in tributo a demetrio
a seguire il secondo disco a nome turbogolfer sextet per la colonna sonora del film 'storie del fiume sacro' di giorgio carella e paolo cognetti, intitolato 'lamentazioni per la piave'
La musica che Alberto Turra ha scritto per il bel documentario di Giorgio Carella e Paolo Cognetti ha il pregio immediato di farsi riconoscere per una certa riluttanza ad appartenere strettamente al mondo della colonna sonora "tradizionale" italiana.
Di quest'ultima mantiene un sapiente contatto con il tipico lirismo della nostra scuola musicale, ma la scelta timbrica e ritmica la colloca a pieno merito nel mondo "moderno" di certi interpreti/compositori d'oltreoceano come John Zorn, David Torn, Bill Frisell o Gustavo Santaolalla, giusto per fare dei nomi.
Il tema principale è essenziale, intenso e intelleggibile, con un lieve retrogusto popolare e con la dolenza tipica dei film sulla memoria: sembra voglia evocare la forza e la trasparenza di un ricordo nitido.
Il timbro della chitarra elettrica con Pig-nose (piccolo amplificatore a batterie, oggetto mitico della tradizione blues), suonata dal vivo in solitaria in cammino sul fiume oppure accolta in sestetto nelle sessioni registrate in studio (in quest'occasione la chitarra è baritono), definisce l'incedere del fiume, spumeggiante e minaccioso quando scorre nelle sue anse più strette, oppure placido e più rassicurante nei sui slarghi.
Nel corso del film, attraverso momenti di visibile, appagante e -mi si perdoni l'ossimoro- fecondo onanismo improvvisativo, Alberto costruisce e sviluppa la colonna sonora come se si creasse da se, ispirandosi a quello che poco per volta il fiume gli sta svelando.
Quindi, con l'aiuto di tromba, flicorno, archi, contrabbasso e batteria, scandisce musicalmente la storia del (dio) Piave e di coloro che ad esso si sono relazionati nel corso del tempo: una storia fatta di vita spesso faticosa, di morti, di stragi, di lotta feroce, di solitudine, di mistero e di imperscrutabilità, ma anche costellata di straordinari momenti lieti.
La qualità e la versatilità dei musicisti, unite ad una ripresa sonora sobria e "materica", risultano oltremodo determinanti alla riuscita di una musica che "accompagna" le immagini con coerenza e passionalità, ma che riesce anche a brillare di luce propria.