JINN
Alberto N. A. Turra - Peppe Frana
FOLKER (Germania)
RECENSIONE SONGLINES a cura di Daniel Spicer:
QUASAR BURNING BRIGHT
Recensione BLOW Up febbraio 2021
“33 MINIATURES”
Recensione Percorsi Musicali
“se andate a sentire con attenzione 33 Miniatures, vi renderete conto di alcuni momenti straordinari [...] Quanto al rock vi invito a valutare la bellezza degli assoli di Alberto, anche in episodi recenti come le sonate revisionate del gruppo Quasar Burning Bright del flautista Emilio Galante (vai a sentire gli assoli dei primi due brani di Sonata Islands Kommandoh) [...] 33 Miniatures dimostra che queste sono casualità che hanno un substrato implicito di conoscenze altissime.” Ettore Garzia
Recensione BLOW UP
intervista MUSICA JAZZ marzo 2020
PAPA LEGBA IS OUR SENSEI
(Setola di maiale aprile 2019)
blow up
"(…) Il chitarrista Alberto N. A. Turra si propone in duo con Alberto Pederneschi alla batteria e ai gong, già compagno in precedenti avventure e con il quale dimostra di avere raggiunto piena sitonia. Papa Legba è il maestro e dato che il riferimento è alla mitica figura venerata tanto nella tradizione voodoo haitiana quanto nel Sud statunitense ne derivano suoni (a tratti un muro di suono), dirompenti e acuminati, stilizzazioni informali che però conservano nell’intimo il sentimento del blues più primordiale e ruspante. Fatte le debite proporzioni, è come potrebbe suonare oggi la reincarnazione di Robert Johnson." Piepaolo Poggio, Blow Up, 2019.
Mi approccio per la prima volta alla musica di Alberto N.A. Turra (chitarra elettrica e beaten mandolin) ed Alberto Pederneschi (batteria e percussioni), i quali per Setola di Maiale presentano un cd dal titolo Papa Legba is our sensei, un set di mezz’ora di musica che gli stessi artisti hanno definito come “Devotional jazz core”. La parte devozionale è strettamente collegata al Legba, quel loa che nei riti dei villaggi vudù fa da tramite tra i viventi e Dio, un retaggio antropologico (anche irriverente per certi versi) che nella musica si dice condusse le azioni della leggenda del blues Robert Johnson; nel rock un riferimento esplicito lo attuarono in chiave melodica i Talking Heads in True Stories.
Quelle di Papa Legba is our sensei sono miniature musicali (brani in media da 2 minuti e mezzo) particolarmente compatte, che richiamano il rituale, lo Zorn dei tempi andati e forse promettono anche una certa concupiscenza con il romanzo d’azione, quello dei racconti di William Gibson. Sono atti virili di musica che si misurano molto con le caratteristiche del rock, dando luogo ad un prodotto molto valido sul piano musicale, che riafferma un criterio appartenente all’hardcore in generale (quello vitale dell’urgenza espressiva) e limita invece al minimo la mancanza di scintilla creativa che spesso affligge produzioni similari del genere. Questi due “Alberto” sono due eccellenti musicisti, che tengono in piedi una tensione, caricando solismo ed apprensione acustica (sentire l’ampio spazio sonoro che si apre nei due minuti della pausa tra The question e The answer o nella parte introduttiva di The pain). ETTORE GARZIA
Alberto N. A. Turra
"the TAAN trio Live At Easy Nuts Lab"
(Chant Records - FelmAY febbraio 2019)
“Italian guitarist,
composer and bandleader Turra shines in
a live set along with bassist William Nicastro and drummer Stefano Grasso.
Evoking the sound of such influential bands as Pat Metheny with Jaco Pastorius
and Bob Moses or Bill Frisell with Kermit Driscoll and Joey Baron, the Taan
Trio adds in a healthy dose of live electronics and jazz-core to create a
uniquely 21st century take on the classic guitar trio format.” Jon Madof-Chant Records
chill mill VIDEO
MUSICA JAZZ
“sfuggire l’ovvio […] fuori dalle trappole dei classici […]
progressione irresistibile […] Un disco di chiara conferma.”
Sandro Cerini
THE NEW NOISE
“pienamente convincente […] perché la differenza qui la fa il fuoco
sacro […] un disco che potrebbe trovare serenamente posto nel catalogo della
Tzadik di Joh Zorn” Nazim Comunale
The TAAN trio è stato invitato a suonare al Jazzaldia Vitoria-Gasteiz
Jazz Festival nell’edizione luglio 2019 provocando le seguenti reazioni sui
social del festival:
“Calma y tempestad: Sensacional Alberto Turra (guitarra) y sensacionales The Taan Trio, alternando con maestría dinámicas y estilos: ¿Se atreven con Sly & The Family Stone? ¡Se atreven!”
“Calma y tempestad: Sensacional Alberto Turra (guitarra) y sensacionales The Taan Trio, alternando con maestría dinámicas y estilos: ¿Se atreven con Sly & The Family Stone? ¡Se atreven!”
“jazz-rock especial importado desde italia el difrutye de la mentes mas
inquietas! Sin concesiones! Taan Brutal!”
https://www.blogfoolk.com/2019 /12/alberto-na-turra-taan-trio -live-at-easy.html?utm_source= Blogfoolk+Mailing+List&utm_ campaign=3f574de88c-Blogfoolk_ Newsletter_COPY_01&utm_medium= email&utm_term=0_3ae60e669d- 3f574de88c-99931893
https://www.blogfoolk.com/2019
Il Manifesto
Blow Up
"capaci infine di raggiungere vette di intensità esemplari" PierCarlo Poggio
ROCKERILLA
ALBERTO N.A. TURRA – THE TAAN TRIO
Live At Easy Nuts LabChant/Felmay
Alberto N.A. Turra è uno dei personaggi più carismatici e versatili del nostro panorama underground: le fasce sonore della sua chitarra sono subito riconoscibili, perché flitrano tanto con il jazz più evoluto quanto con le atmosfere indie-rock; in più, sono capaci di progressioni mozzafiato degne dell’hardcore. Reduce dal It’s Preferable Tour, il chitarrista ha unito le forze con Nicastro (basso) e Grasso (percussioni e live electronics) e ha registrato un disco live, capace di catturare al meglio l’ampio spettro di dinamiche alla portata del trio, così come la sua prorompente attitudine punk, esaltata anziché soffocata dal suo INTENSO VIRTUOSISMO. Francesco BuffoliLive At Easy Nuts LabChant/Felmay
CKCU RADIO
@RECEINDIE:
“The TAAN Trio : "Live at Easy Nuts Club" "Live at Easy Nuts Club" è il nuovo album dell'iconico chitarrista Alberto NA Turra, che insieme a William Nicastro (basso) e Stefano Grasso (percussioni/effetti),da vita a The TAAN Trio un progetto che è sperimentazione pura.
Il virtuosismo della chitarra di Turra si scatena,senza confini, nei nove pezzi del disco intrecciando trame jazz,post-rock, prog,psichedeliche passando per melodie mediorientali e mediterranee: pura follia artistica.
La chitarra non è la sola protagonista della scena,ad accompagnarla perfettamente il basso e le percussioni dei due diavoli (così come li definisce Turra) che non sono da meno nello scatenarsi in sperimentazioni sonore estreme.
La chitarra non è la sola protagonista della scena,ad accompagnarla perfettamente il basso e le percussioni dei due diavoli (così come li definisce Turra) che non sono da meno nello scatenarsi in sperimentazioni sonore estreme.
Una prelibatezza sonora,un lavoro magistrale: Applausi.
"IT IS PREFERABLE NOT TO TRAVEL WITH A DEAD MAN"
Chant Records (USA) Felmay (ITA) 2017
MUSICA JAZZ
recensione marzo 2018
ROCKERILLA gennaio 2018
ROCKERILLA dec 2017
BLOW UP dec 2017
Target Magazine - recensione
THE NEW NOISE - recensione
PARANOID PARK - recensione
TUTTOROCK - recensione gennaio 2018
TUTTOROCK - recensione aprile 2018
ONDALTERNATIVA WEBZINE - recensione aprile 2018
INDIEPERCUI - recensione maggio 2018
THE NEW NOISE - recensione
PARANOID PARK - recensione
TUTTOROCK - recensione gennaio 2018
TUTTOROCK - recensione aprile 2018
ONDALTERNATIVA WEBZINE - recensione aprile 2018
INDIEPERCUI - recensione maggio 2018
Alberto N. A. Turra
FILMWORKS
(Felmay 2018)
Musica Jazz marzo 2017
“la raccolta conferma l’estrema versatilità di Turra, la sua
capacità di porsi al centro di un mondo sonoro complesso, con una presenza
sonora appassionata e fiammeggiante, di grande pregnanza tecnica
nell’esecuzione, ma anche di vasto respiro per quanto riguarda la composizione.
[…] Disco bello e importante che ribadisce il giusto diritto di tribuna per un
musicista di doti e maturità notevoli.” Cerini
BlowUp aprile 2017
“una scaletta che ha il pregio di restituirci, pur nella
varietà delle suggestioni, una visione sonora organica e coerente. Fraseggi
blues ora fumiganti, ora saettanti, folk songs ataviche, frammenti
semi-orchestrali, miraggi tex mex, granuli impro e rivisitazioni classiche,
sono gli elementi che compongno l’affascinante mondo musicale di Turra.”
Gambacorta
BlowUp febbraio 2017
“ascoltando Filmworks si lavora molto di fantasia: è la prova
che Turra ha meritato la paga quando è stato chiamato a comporre colonne
sonore!” Poggio
A
AllAboutJazz
"I quasi settantatré minuti lungo i quali la musica si dipana, pur ovviamente (fisiologicamente, legittimamente e anche lodevolmente) eterogenea, ci offrono infatti un ritratto dell'autore-interprete senz'altro convincente, solido e coerente, anche nei due casi ("Blue Velvet" e il "Bolero" raveliano) in cui lo stesso funge unicamente da arrangiatore. "
BlogFolk
" “Filmworks” edito dalla torinese Felmay Records, è effettivamente un ottimo biglietto da visita che mette bene in evidenza le molteplici voci di Turra, presentandoci un chitarrista che immagina il suo strumento non come protagonista assoluto, ma come parte di un’ “architettura sonora” ben più complessa.[..] Per questi motivi, visti i pregevoli risultati, l’operazione va ulteriormente premiata." Calloni
Onda Rock
“Il
pericolo di avere un'opera sconclusionata e non omogenea è stato scongiurato
dall'ottimo lavoro fatto in fase di compilazione. Il disco non risulta affatto
frammentato, nonostante la differenza stilistica tra la tradizione delle
colonne sonore (“Seconda Lamentazione”, “Cellule”, “Dirottato Variazioni”), le
suggestioni etniche (“Sakura”), il rock desertico di frontiera ispirato da Neil Young (“Irish Mississippi”, “Trevor”, “Otto Haiku sulla
Morte”), riuscite sperimentazioni (le splendide “Dustin” e “Prima Lamentazione”), e due
classici (riempitivi) come una versione quasi folk del “Bolero” di Ravel e
una “Blue Velvet” cantata magistralmente da Sarah Demagistri. “Filmworks”
può essere allo stesso tempo un ottimo punto di arrivo e un'importante rampa di
lancio per la carriera di un musicista tanto prolifico quanto capace di
sonorizzare immagini e, soprattutto, di comporre ottima musica.” Santoni
Target Magazine
“Filmworks esplora
liberamente gli orizzonti del jazz, del post-rock, dell’avantgarde e del
free form, strizzando l’occhio a Christian Fennesz e ad alcune sperimentazioni
di Mark Ribot. […] Lavoro elegante e meritevole di un ascolto attento.”
Pantalei
“semplicemente uno straordinario
musicista.” Gualdi
“un consiglio?
Non perdete questo lavoro, è davvero
interessante.
E data la sua varietà stilistica, sono sicura potrà piacere e colpire anche chi non è abituato all’ascolto di colonne sonore.” Bonetti
E data la sua varietà stilistica, sono sicura potrà piacere e colpire anche chi non è abituato all’ascolto di colonne sonore.” Bonetti
MusicMap
“La bellezza di “Filmworks” risiede
nella possibilità di immergersi in atmosfere cinematografiche praticamente di
ogni tipo: che lo si faccia col gusto jazzy di “Col Di Lana”, con l’umore psych
di “Dustin”, con le sfuriate tex-mex di “Trevor” o con la cover del “Bolero”,
le sensazioni restano sempre parecchio positive. “Filmworks” descrive una
carriera e rappresenta una summa ricca e dettagliata di una lunga attività: il
suo ascolto è doveroso per i cinefili e per gli appassionati di colonne sonore,
ma la sua fluidità lo rende adatto a una larga fetta di pubblico.” Lippolis
“Filmworks è un disco che si rivolge prettamente agli
amanti delle soundtrack e ai “fan” di Alberto, ma la sensazione che tutto sia
stato realizzato per il giusto motivo e la non frammentarietà dell’insieme,
innalza la gradevolezza di un cd magari più interessante di molte uscite
“famose” ma prive di fantasia.” Cristofaro
JayMag
editoriale
TheNewNoise
"Turra le mette con astuzia sul piatto, poi chi vorrà favorire"
NonSenseMag
intervista
INdieDischi
intervista
TuttoRock
“Insomma Alberto Turra è una miscela dai mille
sapori, è un artista che a quanto pare mai si stanca e nemmeno si sazia dato
che la lista dei lavori e delle collaborazioni che trovate nel suo blog Al Turbogolfer
è degna di dieci uomini con la fantasia di altri cento.
E’ un chitarrista poliedrico, arrangiatore e improvvisatore, compositore multiforme, ma anche un rocker con istinto prog, in due semplici parole un musicista completo. Questa raccolta è da tenere con voi per ogni viaggio vogliate fare.” Scevola
E’ un chitarrista poliedrico, arrangiatore e improvvisatore, compositore multiforme, ma anche un rocker con istinto prog, in due semplici parole un musicista completo. Questa raccolta è da tenere con voi per ogni viaggio vogliate fare.” Scevola
intervista
SOund36
“che meraviglia ragazzi, che energia, che inventiva, che
versatilità, che capacità di esecuzione! Turra è un musicista eclettico e
complesso, vulcanico e visionario e
in Filmworks dimostra di essere aperto e influenzabile da molteplici
tendenze musicali. Filmworks, perlatro, è un disco che fa della capacità di
fondere e sintetizzare stili musicali di estrazione diversa il proprio cavallo
di battaglia. Consigliabilissimo.” Manca
“Il risultato è interessante e più che soddisfacente
sia per le esigenze tecniche di commento musicale che per l’ascoltatore, che
con tutta probabilità mai avrà l’occasione o il bisogno di andarsi a guardare i
film a cui i temi sono collegati: la maggior parte dei brani si lascia
ascoltare con facilità, guadagnandosi lo status di colonna sonora
autosufficiente e universalizzabile, ossia di musica adatta a trascendere il
piano strumentale di riferimento: come fossero temi aperti al confronto con la
quotidianità di chi ascolta e non meramente sussidiari a una determinata scena
o a un particolare momento. “Filmworks” suggerisce una voglia strana: quella di
recuperare e ascoltare anche le altre composizioni che non hanno trovato posto
in questo album.” Benvenuto
gennaio 2017
“i sedici brani mostrano una vitalità, una capacità
evocativa e una fascinazione totalmente autonoma rispetto al contesto per cui
sono stati pensati. Affascinanti suggestioni” Zacchini
Panorama
streaming e anteprima
Grandi Palle Di Fuoco
“Quello che si viene a creare è appunto una nuova
colonna sonora, per un film che forse si girerà un giorno.” Shake
“un’opera che si propone, grazie ad
una potenza espressiva esponenziale, di racchiudere l’idea di un mondo
lontano, quasi subacqueo e vorticoso e pronto ad aprirsi a luoghi che non
conosciamo” Redazione
MusicCoastToCoast
“Isolando
quelle musicalità dal contento a cui appartengono sembra quasi impossibile non
immaginare ancora. Ma, nonostante l’assenza dello schermo, una miriade di
sensazioni attraversa il nostro corpo offrendoci la possibilità di vedere. Di
andare oltre la barriera.
Perché è
proprio questo che l’arte di Turra riesce a conferire: il dono della visione.
Grazie al
musicista diventiamo curiosi visionari.” Redazione
“Le tracce condensate in questo lavoro di Alberto N.A. Turra, benché nate
in momenti e per scopi diversi, si accostano lato a lato come un buon puzzle.
Il risultato complessivo della selezione offre un quadro variegato e
interessante, che non mette in evidenza soltanto l’eccellenza del talento da
chitarrista, ma una visione d’insieme sostanziosa e molto ricca.” Admin
recensione
RADIO WEB ITALIA
intervista
LOudVision
“Ad Alberto
Turra si potrebbe apporre qualsiasi
definizione legata al mondo della musica sapendo che non si sta sbagliando: è
musicista, chitarrista, jazzista, rocker, compositore, creativo e multiforme. Questo
disco è un vero viaggio che si dipana nella mente per mezzo di sequenze e
inquadrature, una “soundtrack” versatile e d’autore che non potrà non piacere agli
amanti della musica, a coloro che ascoltandola trascendono il mondo circostante
immaginandone mille altri possibili.” Montagnani
Rumore
gennaio 2017
SPIRITSONGS
[Blumenkranz-Turra-Marsella-Quagliarella]
(Setola di maiale 2016)
Musica Jazz agosto 2016
Indie-Eye
"Splendido esempio di improvvisazione quello di Spiritsongs, quartetto tra Jazz e sperimentazione tra i più stimolanti in circolazione che si inventa un asse New York - Italia e da li introduce un travelogue verso altre terre. Libero e creativo, ecco Live at Masada, tra spirito e terra."
Sound36 Magazine
"il disco è di indubbio interesse anche perchè mette in evidenza il valore di ciascuno dei singoli musicisti, la compattezza e l'estrema affinità esistenti tra i componenti del gruppo".
MusicTraks
Music on TNT
"Il Jazz è vivo… e spesso incontra sperimentalismo e improvvisazione per dare luce alla nuova concettualità di jazz core."
Rockerilla
giugno 2016
Noisey Italia
short movie première + review
"Da quanto si può vedere e sentire nel documentario, l'intesa tra i quattro è perfetta: spiriti affini, come si diceva, e tra occhiate, sorrisi e abbracci è impossibile non farsi coinvolgere dal flusso di coscienza sonico ritratto nel video, mentre l'intervista fornisce una visione più approfondita di un tipo di musicista che non si vede spesso: professionale, preparato, totalmente immerso nella sua arte, capace di fabbricarsi la propria gioia nota dopo nota. "
LostHighways Web Magazine
recensione
"si riesce a percepire una forza incredibile, frutto della bravura dei singoli, che, allo stesso tempo però, insieme sono riusciti a creare qualcosa di veramente emotivo, proiettando indietro nel tempo chi ascolta, come se fosse realmente presente (mettiamo che non lo fosse) in quella bellissima serata."
Musica Jazz
full album première
SOund36 Web Music Magazine
recensione
"Il disco è di indubbio interesse anche perchè mette in evidenza il grande valore di ciascuno dei singoli musicisti e la compattezza e l'estrema affinità esistenti tra i componenti del gruppo"
JamTV news
TuttoRock
"Nomi altisonanti come quelli del quartet in oggetto difficilmente, se non mai, deludono."
RadioWebItalia - Intervista
Blow Up giugno 2016
Rumore
luglio-agosto 2016
recensione Mescalina
" [...] Questo grazie anche alle capacità dei singoli musicisti, strumentisti di prim`ordine tra i quali, dopo varie ed attente riflessioni in questione, nessuno riesce a spiccare sugli altri, sommerso dal virtuosismo o dalla creatività del solo successivo, in un vortice tribale ed evocativo che annichilisce l`ascoltatore davanti alla potenza dell`inventiva del quartetto."
Turbogolfer Duo(s) "Azimuth" 2015:
anteprima e recensione Noisey
"Questo più che un disco è un esperimento con se stessi tipo il pentathlon cui si mettono alla prova gli sportivi per provare di saper affrontare discipline diverse: è un chitarrista che sperimenta la propria duttilità e la propria capacità di dialogo e coesione con sei diversi stili batteristici, in un contrasto che diventa armonia per il bene superiore della musica, che comprende ogni direzione e ogni punto cardinale."
recensione Jazz Convention
"I bravissimi batteristi qui presenti si pongono al servizio del solista (...) che a sua volta lascia il più ampio spazio immaginabile alle loro esplorazioni solistiche ed a sonorità percussive che in altri contesti non sarebbero venute fuori. (...) un lavoro davvero interessante, di assoluta originalità e di un forza ed energia davvero non comuni."
recesione JazzIt
recensione Blogfoolk
"Giocando tra riferimenti esoterico-spiritualisitici e celebrazioni di artisti di riferimento, Turra, ci ha regalato un disco sorprendente che svela tutte le potenzialità espressive del duo chitarra e batteria."
intervista JamOnLine
intervista Radio Città Aperta
Puzzle 17giugno2015 podcast
dal min 37.18 al min 69.00
intervista Blowup aprile 2015
recensione Blowup marzo 2015
recensione Rockerilla aprile 2015
recensione Drumset Mag maggio 2015
recensione Alias/Ilmanifesto 16 maggio 2015
recensione Musica Jazz
recensione JAZZIT aprile 2016.
recensione Rockit
"jazz, metal, etnica, progressive: ciò che rende possibile passare i confini con la massima naturalezza e scioltezza è la tecnica sopraffina di cui è in possesso, nonché una marcata connotazione sonora (...) Lo strano e cangiante duo chitarra-batteria funziona e ammalia, ma richiede un ascolto attento e sognante."
recensione Traks
"Si diceva progetto complesso, ma ascoltandolo non si percepisce nessun senso di fatica: anzi il discorso scorre fluido e levigato, mette in evidenza l’abilità degli interpreti senza cadere nel manierismo, mantiene un nerbo considerevole dalla prima all’ultima nota."
recensione Chitarre
"Dolcissima la ninna nanna berbera “Atas atas amimmi” prima della straniante “Alberto Pederneschi” (la chitarra sembra letteralmente urlare dal dolore). Un sognante arpeggio apre il riconciliante duo con Andrea Rainoldi, segnato da un assolo spaziale di Turra. Breve ma intenso l’omaggio a Hendrix con “Fire”."
recensione TerapieMusicali
"Sono gli elementi della natura a restituire la cifra stilistica per ognuno dei faticatori del ritmo coinvolti. Turra, legato a ciascuno di loro, è a sua volta la pioggia che bagna ogni cosa, arrivando in ogni angolo recondito di un cammino laborioso, ricco di spiragli di luce che partendo dalle periferie della propria essenza si dirige verso il centro e viceversa."
recensione LaCittà.eu
"un viaggio iniziatico nella tensione tra chitarra e batteria."
recensione Tuttorock
"Un ottimo disco, un prodotto compatto, ma vario con diversi stili e modi che si intrecciano, frutto della presenza di tanti musicisti di valore. Più che un disco, un progetto complesso, il risultato è però solido e compatto, l’abilità tecnica dei partecipanti è evidente, la bravura del chitarrista indubbia."
recensione Music Addiction
"Il vero punto di forza però è un altro: “Azimuth” propone per la maggiore brani provenienti da culture lontane con un fare per nulla imitativo, anzi… il risultato è quasi sempre pieno di sincera ispirazione, capace di dare luogo a un confronto riuscito e non banale."
Kabikoff "Pietraia" 2014/15:
recensione LaMusicaRock
"Un album che è un pugno nello stomaco, se dopo l’acquisto di questo cd ascoltandolo in tutta la propria esplosione sonica riceverete le arbitrarie lamentele dei vicini di casa, tirate un bel sospiro di sollievo e siate orgogliosi di aver speso bene il vostro denaro e di esser sicuri delle validità del vostro acquisto!"
recensione Rockerilla
"Matematici fino al midollo, punk nell’anima ed affascinati da una visione musicale indie, i Kabikoff tagliano il traguardo del terzo album in carriera con un disco che sprizza adrenalina da tutti i pori."
recensione Blowup
"Sono un gran gruppo, virtuoso quanto basta per non oltrepassare i limiti del buon gusto e abbastanza scafato per farsi capire anche al di là degli steccati di genere. 7/8"
recensione su MusicTraks
"L’abilità tecnica e la pienezza di contenuti della band non si può mettere in discussione: Pietraia agita pensieri a livelli sovrapposti, spesso in guerra gli uni con gli altri, fomentando l’ammirazione nei confronti della band."
recensione TerapieMusicali
"Per quanto ci riguarda PIETRAIA è l'ultimo grande album di inediti targato 2014. In Italia e all'estero."
recensione Indie-Eye
"Se amate farvi prendere a pugni con eleganza, è il disco che fa per voi."
recensione Rockshock
"Provate ad alzare al massimo il volume di Pietraia, qualche muro potrebbe anche venire giù."
recensione Rockit
"Ciò che ne esce fuori, sono nove pezzi di prog-core stranianti quanto un viaggio sull’Isola di Vulcano, tra magma incandescente, gas e zolfo."
recensione DrCaligari
"Pietraia" è probabilmente uno dei migliori dischi del 2014"
recensione TuttoRock
recensione Audiofollia "In linea definitiva Pietraia è un ottimo album"
intervista su Rockit
intervista su Ithinkmagazine
intervista su MusicTraks
live report DrCaligari
intervista UnicaRadio
foto live report LaMusicaRock
Mamud Band "Afro Future funk":
intervista BLow Up a Lorenzo Gasperoni e Alberto Turra:
«Mamud Band non vuole trasformare l’afrobeat in un oggetto di finto-modernariato, e lo adopera con una libertà che è il miglior modo per rendere omaggio alle sue glorie trascorse. Per Mamud Band l’afrobeat è una risorsa da cui si può continuare ad attingere, che continua straordinariamente a sollecitare il piacere che ci procura il riff e la reiterazione, il gusto di abbandonarsi a scansioni ipnotiche, la fascinazione per un impatto materico della dimensione orchestrale, l’adesione al suo trasporto vitalistico e anche il nostro bisogno di uno slancio epico della musica, che sembra parlare da solo, quasi senza neanche bisogno delle parole di Fela».
Marcello Lorrai, Radio Popolare Milano
«Segnaliamo con grande piacere e entusiasmo questo disco italiano. Lontano da banalità, sincero e caloroso.»
Enrico Bettinello, All About Jazz
«Se Fela avesse amato l’ortodossia, non avrebbe mai inventato l’afrobeat. È coerente dunque la formazione milanese nell’affrontare la materia sottotitolata “The Music Of Fela Kuti” alla propria maniera, anteponendo la passione alla soggezione.»
Paolo Ferrari, Mondomix
«Disco di tributo e di ispirazione. E di scoperta per chi ancora non sa. Fatelo vostro.»
Alias / Il Manifesto
«Ommaggia Fela Kuti come meglio non si potrebbe.»
Blow Up
«Durante l’ascolto sorprende e travolge il grande impatto sonoro della Mamud Band, che riesce in ogni brano a far emergere tutta la sua entusiasmante carica di energia. Dalla prima all’ultima nota, Opposite People, è un disco che coinvolge l’ascoltatore guidandolo in un viaggio musicale nel quale è difficile stare fermi.»
Salvatore Esposito, Blogfoolk
International Troubadours 2011:
recensione AllAboutJazz
“Sacred Ground, porta con sé un messaggio ben preciso. È come uno scrigno che svela i segreti ad ogni ascolto (...). Vale davvero la pena di ascoltare questi "trovatori elettrici". Vi sveleranno i segreti di un mondo di suoni che sembrava perso nel tempo.”
live report/recensione Vorrei.org
"Tre mistici, sembrerebbero a vederli all'opera:
fortunatamente, durante le brevi e poche pause dalla musica, si
rivelano essere umani, capaci di rendere esplicito quell'afflato -
questo sì - mistico che li lega alla terra. Musica sacra, musica umana, musica decisamente internazionale."
Museo kabikoff "Brilliant Cagnara" 2007:
"Con una line-up rinnovata e Fabio Magistrali in cabina
di regia, il gruppo del chitarrista Alberto Turra declina free-jazz, crossover,
balcan punk e disarmanti melodie, non-sense, rock selvaggio dalle larghe fauci
elettriche, stropicciature mediorientali. (...) Frank Zappa e Nine Inch Nails,
Vernon Reid e Queens Of The Stone Age. Post-industriali e davvero poco confortevoli, ribollente è il frullatore
di suoni Kabikoff"
Gianluca Veltri_IlMucchio
“(...)è un bell'album di rock aggressivo e tagliente a metà fra noise pop e crossover, ben suonato e dalla struttura compatta, quasi a dimostrare che la band sia assolutamente padrona e consapevole dei propri mezzi.” Massimiliano Busti_Blow up
"Ritmi sincopati, vertigini testuali, un'esperienza sonora non certo facile, ma appagante, o forse no, perchè quando il disco finisce ci si ritrova interdetti (...)si fottano le buone intenzioni e ci si prepari allo scontro fisico." Nicola Bonardi_Rockit
"Assurdità è la loro parola d'ordine. Destabilizzazione, anomalia, voli pindarici, sonorità funky pazze e deviate, reminescenze tribali, testi surreali al limite della follia, ironia squilibrata e un sottile senso del non-senso." Gianmaria Consiglio_MovimentiProg
"Prendete il funky rock dei Living Colour (di cui erano tribute band agli esordi), l'eccentricità dei Jane's Addiction, la bizzarria dei Primus, la classe dei Police, miscelate con buone dosi di jazz-rock, world music, contaminazioni acustiche, ironia zappiana e tanta gongolante creatività." Donato Zoppo_MovimentiProg
“...il tutto amalgamato con una leggerezza che farebbe invidia a Les Claypool o al Mike Patton più frivolo. E il bello di tutto ciò cos'è? Che sembra filare tutto liscio e funzionare, riuscendo a calamitare l'attenzione nei passaggi più immediati. Che si vuole di più?” Fabio Rodighiero_Metal Maniac
“Cuciono l'acida sarabanda dei testi sulle strutture ghignanti, convulse, un crogiolo distorto che fai un po' fatica a credere frutto della sola triangolazione basso-chitarra-batteria.” Stefano Solventi_Sentireascoltare.it
"Un lavoro poco indicato per accompagnare le faccende di casa: qui si richiede una fattiva partecipazione all’ascoltatore di turno." Francesco Pizzinelli_LaScena.it
"Liberatori come una pisciata in una piazzola di sosta" Michele Wad Caporosso_Rumore
“(...)è un bell'album di rock aggressivo e tagliente a metà fra noise pop e crossover, ben suonato e dalla struttura compatta, quasi a dimostrare che la band sia assolutamente padrona e consapevole dei propri mezzi.” Massimiliano Busti_Blow up
"Ritmi sincopati, vertigini testuali, un'esperienza sonora non certo facile, ma appagante, o forse no, perchè quando il disco finisce ci si ritrova interdetti (...)si fottano le buone intenzioni e ci si prepari allo scontro fisico." Nicola Bonardi_Rockit
"Assurdità è la loro parola d'ordine. Destabilizzazione, anomalia, voli pindarici, sonorità funky pazze e deviate, reminescenze tribali, testi surreali al limite della follia, ironia squilibrata e un sottile senso del non-senso." Gianmaria Consiglio_MovimentiProg
"Prendete il funky rock dei Living Colour (di cui erano tribute band agli esordi), l'eccentricità dei Jane's Addiction, la bizzarria dei Primus, la classe dei Police, miscelate con buone dosi di jazz-rock, world music, contaminazioni acustiche, ironia zappiana e tanta gongolante creatività." Donato Zoppo_MovimentiProg
“...il tutto amalgamato con una leggerezza che farebbe invidia a Les Claypool o al Mike Patton più frivolo. E il bello di tutto ciò cos'è? Che sembra filare tutto liscio e funzionare, riuscendo a calamitare l'attenzione nei passaggi più immediati. Che si vuole di più?” Fabio Rodighiero_Metal Maniac
“Cuciono l'acida sarabanda dei testi sulle strutture ghignanti, convulse, un crogiolo distorto che fai un po' fatica a credere frutto della sola triangolazione basso-chitarra-batteria.” Stefano Solventi_Sentireascoltare.it
"Un lavoro poco indicato per accompagnare le faccende di casa: qui si richiede una fattiva partecipazione all’ascoltatore di turno." Francesco Pizzinelli_LaScena.it
"Liberatori come una pisciata in una piazzola di sosta" Michele Wad Caporosso_Rumore
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